
LONDRA – Jannik Sinner ha scritto oggi una nuova pagina nella storia del tennis italiano e mondiale. Non solo ha conquistato un posto nella finale di Wimbledon con una prestazione straordinaria in semifinale, ma ha anche frantumato un record inatteso: quello del numero di voti ricevuti dal pubblico in una votazione popolare per il possibile vincitore. Un plebiscito. Un trionfo mediatico prima ancora di quello sportivo.
Secondo i dati diffusi dalla piattaforma ufficiale del torneo, Sinner ha ottenuto oltre 1,2 milioni di voti in meno di 48 ore, superando ogni altro semifinalista nella storia recente del prestigioso torneo britannico. Un segnale fortissimo: il mondo crede in lui. L’Italia lo acclama come il nuovo eroe sportivo, e sui social l’hashtag #SinnerFinale è diventato virale in tempo record.
Ma se da un lato l’entusiasmo del pubblico ha toccato vette altissime, dall’altro la reazione di Novak Djokovic non si è fatta attendere. Il campione serbo, noto per la sua competitività feroce e la lingua affilata, ha scatenato una vera e propria bufera mediatica. In conferenza stampa, visibilmente irritato, ha dichiarato: “Chi ha votato per lui sono solo dei burattini manipolati dai media. Questa non è passione sportiva, è propaganda.”
Parole forti, che hanno immediatamente acceso il dibattito tra tifosi, addetti ai lavori e opinionisti. In molti hanno interpretato le frasi di Djokovic come un chiaro segnale di nervosismo, forse persino timore, nei confronti del talento altoatesino. Altri, invece, difendono il serbo, sostenendo che il sistema mediatico favorisca apertamente i volti nuovi, a discapito dei veterani.
Intanto, Sinner ha scelto il silenzio. Nessuna risposta diretta, nessuna polemica. Solo concentrazione. Durante l’allenamento odierno, appariva sereno, determinato. I suoi gesti parlano più delle parole. E la sua racchetta, finora, è stata la miglior risposta ai critici.
Il pubblico italiano sogna. La finale è alle porte, e Jannik Sinner ha ormai abbandonato i panni del “giovane promettente”: oggi è un campione maturo, amato e discusso. E, forse, proprio per questo pericoloso per chiunque osi sottovalutarlo.