In un colpo di scena che ha sorpreso fan e addetti ai lavori, Andy Murray ha rilasciato una dichiarazione destinata a far discutere, proprio alla vigilia della tanto attesa semifinale tra Jannik Sinner e Novak Djokovic. Intervistato da un’emittente britannica, l’ex campione di Wimbledon ha dichiarato senza esitazione: “Anche se è un mio ex allievo, scelgo comunque Sinner perché è più talentuoso.”
Una frase che, di per sé, sarebbe bastata a infiammare l’atmosfera già tesa del torneo, ma Murray non si è fermato qui. Ha infatti voluto sottolineare le qualità del giovane altoatesino con cinque parole che hanno fatto letteralmente perdere la calma a Djokovic: “Fresco, intelligente, elegante, lucido, spietato.”
Non è tardata ad arrivare la risposta stizzita di Novak Djokovic. Il serbo, noto per il suo orgoglio e la sua memoria lunga, ha definito le parole di Murray “una coltellata alle spalle”, aggiungendo con rabbia davanti alle telecamere: “Murray, ingrato! Dopo tutto quello che abbiamo condiviso, scegli il mio avversario? Inaccettabile.”
La tensione tra i due ex rivali, un tempo anche compagni di allenamento e protagonisti di epiche sfide in carriera, sembra essere arrivata al punto di rottura. Ma il colpo di scena finale è arrivato proprio da Jannik Sinner, che non ha esitato a prendere le difese di Murray.
In un post infuocato su X (ex Twitter), il numero 1 italiano ha scritto: “Andy ha detto la verità. Il tennis cambia, e alcuni campioni non sanno accettarlo. Murray ha visto qualcosa in me, e non è l’unico.” Un attacco diretto a Djokovic, che ha immediatamente riacceso le polemiche tra generazioni: da una parte i “veterani” del circuito, dall’altra i giovani rampanti come Sinner, pronti a prendersi la scena.
Il match tra Sinner e Djokovic, già carico di significato tecnico e sportivo, ora assume un valore ancora più alto. Sarà infatti una partita dove non si giocherà solo un posto in finale, ma anche l’orgoglio, la leadership morale del circuito e, in un certo senso, la “benedizione” del passato rappresentato da Murray.
I fan si dividono: c’è chi difende la sincerità di Murray, apprezzando il suo coraggio, e chi invece ritiene che abbia mancato di rispetto a Djokovic, uno dei più grandi di sempre. I social sono in delirio: l’hashtag #TeamSinner è già in tendenza in Italia, mentre in Serbia si moltiplicano i post in difesa di Nole.
Una cosa è certa: questa semifinale entrerà nella storia non solo per il livello tecnico, ma per le scintille fuori dal campo. Tra dichiarazioni esplosive, accuse di ingratitudine e tensioni generazionali, il tennis mondiale si prepara a vivere uno dei momenti più caldi degli ultimi anni.