Era una giornata di primavera quando Jasmine Paolini, ormai famosa tennista italiana, decise di fare una visita alla sua vecchia scuola superiore a Castelnuovo di Garfagnana, il piccolo paese dove era cresciuta. Dopo anni trascorsi tra tornei internazionali, interviste e allenamenti intensi, Jasmine sentiva il bisogno di tornare alle sue radici e ringraziare chi, in qualche modo, aveva contribuito alla sua formazione, anche solo con un sorriso o un gesto gentile.
Appena entrata nell’edificio scolastico, Jasmine si sentì avvolta dalla nostalgia: i corridoi, le aule, l’odore della carta dei libri, tutto le riportava alla mente i giorni in cui sognava di diventare una campionessa. Ma fu quando vide il signor John, il custode della scuola, che il passato le si fece ancora più vivo.
Il signor John era un uomo mite, sempre sorridente, conosciuto per la sua gentilezza e per la dedizione con cui svolgeva il suo lavoro. Era lui che, ogni mattina, accoglieva gli studenti con una parola buona; che puliva i banchi e sistemava le sedie senza mai lamentarsi. Jasmine ricordava bene quanto quel piccolo gesto – un incoraggiamento prima di un’interrogazione, una battuta per farla sorridere – fosse stato importante per lei. Ma adesso, rivederlo lì, a 79 anni, ancora in uniforme e con la scopa in mano, la lasciò senza parole.
Colpita, Jasmine si avvicinò e lo salutò calorosamente. Parlarono per diversi minuti, e fu allora che scoprì che il signor John non era rimasto lì per passione o per abitudine, ma per necessità. Sua moglie era malata e le spese mediche erano alte. I figli, purtroppo, avevano perso il lavoro durante la crisi economica, e l’unica entrata sicura era il suo stipendio da custode. Nonostante l’età avanzata, non aveva mai pensato di smettere, perché la sua famiglia aveva bisogno di lui.
Jasmine tornò a casa turbata. Non riusciva a smettere di pensare a quell’uomo che, nonostante tutto, affrontava ogni giorno con dignità e dedizione. Decise, allora, di fare qualcosa. Con l’aiuto del suo team e della sua fondazione benefica appena creata, organizzò una raccolta fondi in onore del signor John, ma non si fermò lì. Donò personalmente una somma consistente – si parlava di centomila euro – alla famiglia del custode, abbastanza per coprire tutte le spese mediche, ristrutturare la casa in cui vivevano, e permettere al signor John di andare finalmente in pensione.
La notizia si diffuse rapidamente. I media locali e nazionali raccontarono la storia, che toccò il cuore di migliaia di persone. In poche settimane, la campagna creata da Jasmine raccolse più di 500.000 euro, soldi che non solo cambiarono la vita della famiglia del signor John, ma furono usati per creare una borsa di studio annuale intitolata a lui, destinata agli studenti più meritevoli ma con difficoltà economiche.