SCOSSA IN CASA INTER: SENZA DUE TITOLARI CHIAVE CONTRO IL COMO, SFUMA IL SOGNO SCUDETTO?
Milano – A poche ore dall’ultima giornata della Serie A 2024/2025, una notizia ha scosso l’ambiente nerazzurro: l’Inter di Simone Inzaghi dovrà affrontare il Como senza due dei suoi titolari più importanti. Con il tricolore ancora matematicamente possibile ma sempre più lontano, le scelte del tecnico per la gara finale stanno facendo discutere tifosi e addetti ai lavori.
Due assenze pesantissime
Secondo quanto confermato ufficialmente in conferenza stampa da Simone Inzaghi, l’Inter non potrà contare su Nicolò Barella e Lautaro Martínez per l’ultima e decisiva sfida contro il Como. Entrambi i giocatori sono stati esclusi per motivi fisici: Barella ha accusato un affaticamento muscolare durante l’ultimo allenamento, mentre Lautaro non ha recuperato completamente da un colpo ricevuto nella penultima giornata contro il Torino.
Queste due assenze complicano non poco i piani dell’Inter, che ha bisogno di una vittoria netta e di un passo falso del Milan per poter sperare ancora nello scudetto. La squadra rossonera è infatti in testa con tre punti di vantaggio e una migliore differenza reti.
Una formazione rinnovata: quattro cambi sorprendenti
Inzaghi ha annunciato una formazione con ben quattro cambi rispetto all’undici sceso in campo nell’ultima giornata. Oltre alle assenze forzate di Barella e Lautaro, il tecnico ha deciso di lasciare inizialmente in panchina anche Federico Dimarco e Henrikh Mkhitaryan, probabilmente per motivi tattici e di freschezza.
Al loro posto dovrebbero partire dal primo minuto Carlos Augusto sulla fascia sinistra e Davide Frattesi a centrocampo. In attacco, accanto a Marcus Thuram, è stato scelto Alexis Sánchez, autore di buone prestazioni nelle ultime settimane, mentre Kristjan Asllani dovrebbe occupare la regia in mediana.
Una formazione che sorprende, ma che dimostra anche la volontà di Inzaghi di dare spazio a chi è più in forma in questo momento decisivo.
Le parole di Inzaghi
In conferenza stampa, il tecnico nerazzurro ha spiegato così le sue scelte:
“Abbiamo valutato attentamente le condizioni fisiche dei giocatori e abbiamo preso decisioni in linea con ciò che è meglio per la squadra. Non è una bocciatura per nessuno, ma una strategia mirata per affrontare al meglio il Como, che non va sottovalutato.”
“Non abbiamo ancora perso nulla. Dobbiamo crederci fino all’ultimo secondo e fare il nostro dovere. Poi vedremo cosa succede negli altri campi.”
Como già salvo ma agguerrito
Il Como, già matematicamente salvo e senza particolari pressioni, potrebbe rappresentare un avversario pericoloso proprio per la sua spensieratezza. La squadra lariana ha dimostrato di potersela giocare con tutti, soprattutto in casa, dove ha ottenuto vittorie importanti contro squadre di alta classifica.
I nerazzurri non possono permettersi cali di concentrazione, sapendo che anche una vittoria potrebbe non bastare. Ma una non-vittoria sancirebbe con certezza la fine del sogno scudetto.
Il destino non è più nelle mani dell’Inter
Il destino del campionato non dipende più soltanto dai nerazzurri. Il Milan affronta il Sassuolo in casa e parte nettamente favorito. Anche in caso di vittoria dell’Inter, i rossoneri dovrebbero perdere o pareggiare per cedere il titolo ai cugini.
Un finale al cardiopalma, ma con i tifosi interisti che iniziano a prepararsi psicologicamente a una stagione chiusa senza trofei, dopo l’eliminazione in Coppa Italia e in Champions League.
Tifosi divisi
Le scelte di Inzaghi hanno spaccato la tifoseria. C’è chi lo accusa di “aver mollato troppo presto” e chi invece apprezza la sua coerenza e gestione intelligente del gruppo:
“Doveva far giocare i titolari a ogni costo”, scrive un tifoso su X.
“Sta facendo il massimo con quello che ha. Gli infortuni non sono colpa sua”, ribatte un altro.
Conclusione
L’Inter si prepara a chiudere una stagione complessa, ricca di alti e bassi, con un’ultima gara che potrebbe ancora regalare emozioni. Ma con due assenze così pesanti e il destino nelle mani del Milan, l’impresa sembra quasi impossibile. La palla, però, è rotonda e il calcio ha insegnato che niente è scritto fino all’ultimo fischio.